Cavalli
acrilico su tela, cm 60×80, 2009

Grattacieli
tecnica mista, cm 70×100, 1968

Musicalità al Regio
tecnica mista, cm 70×100, 1973

Percorso artistico

importante furono gli anni ’60 nei quali appresi, attraverso gli studi, le basi delle espressioni artistiche che mi permisero di proseguire in un mondo più libero e autonomo al fine di personalizzare idee innovative, modificandole, distruggendole e ricostruendone di nuove…

Fantasia urbana
acquaforte, cm 25×35, 1971

In “Grattacieli” un olio che riprende liberamente le babeliche costruzioni di Manhattan, gli edifici che s’innalzano sono delineati nei contorni, ma evanescenti nell’apparenza. La veduta inoltre è segnata qua e là da macchie, le quali da un punto centrale, si espandono in aloni irregolari e in scheggiature a raggiera, che, come linee assonometriche, collegano le diverse chiazze.

Adalberto Rossi
Mostra Personale, Bardonecchia 1973

Della Branciari annotiamo la partenza operativa qualificata da una situazione coloristica esplosiva – in cui il colore e la ricerca creativa s’evidenziavano come interessi preponderanti ed il passaggio successivo, conseguente ad una esplosività segnica verticale, ordinata e figurativa come risultato finale d’insieme.

Di questi due momenti essenziali si ritrova all’evidenza la traccia nelle opere più recenti e nel lavoro premiato, qui riprodotto. L’esplosività diventa a questo punto coloristico – segnico – simbologica, con prevalenza di quest’ultima e con esiti di lettura più immediata, proprio in funzione della relativa “chiarezza” dei richiami simbologici adottati. Ritengo che Anna Branciari senta di essere sulla strada giusta; ciò che sarei disposto a sottoscrivere…”

Mario Contini
Pubblicazione “Eco d’Arte”,
aprile 1974

La giovane pittrice maceratese Anna Branciari ha colto un significativo riconoscimento delle proprie capacità artistiche vincendo, a Torino, il 1° premio regionale di pittura “Piemonte”, organizzato con il patrocinio dell’Assessorato alla cultura della Provincia di Torino e del Teatro Regio.

Il tema della rassegna era: “Il Teatro Regio, ieri e oggi” e Anna Branciari, presente con l’opera “Musicalità al Regio” ha ottenuto il primo premio. Qualora si consideri che i concorrenti erano oltre 250, fra cui alcune delle più illustri firme della pittura contemporanea, si ha la misura esatta del valore dell’affermazione della pittrice maceratese.

Virgì Bonifazi
Quotidiano “Il Resto del Carlino”, gennaio 1974

Anna Branciari vive di suoni e di risonanze cromatiche. Le sue opere si presentano come una serie di linee grafiche in libertà e di interventi luminosi tra i quali si possono operare scelte successive. Così deve essere, per accrescere ed anche superare quelle profondità che dà la vita alle opere d’arte. Stupendi e ben armonizzati i colori, surrealisticamente aderenti alla interpretazione del particolare naturalistico.

Antonio Oberti
Il Narciso, agosto 1976

Suoni
olio su tela, cm 80×100, 1974

Musica e Suonatori
olio su tela, cm 90×100, 1970

…Il colore fa da contrappunto all’impostazione, talvolta ardita, della composizione, sempre tenuto in contrasti emozionali di grande effetto. In certo modo sembra di assistere ad una esplosione pirotecnica controllata con intelligenza e cultura, la tematica non è mai fine a se stessa ma tale da suscitare un colloquio ed un commento. La stilizzazione è evidente ma non si tratta di un processo dissolutivo, bensì evolutivo, nel tentativo, spesso riuscito, di liberare l’entità spirituale della materia. Per tale ragione, ogni dipinto può diventare un racconto che ognuno può cercare di scoprire nei reconditi segreti di vecchie cose narrate con un nuovo linguaggio…

Vittorio Bottino
Settimanale “Corriere di Torino e della Provincia”, marzo 1976

A questo proposito, fu significativo l’incontro con il maestro maceratese Ivo Pannaggi, esponente di primaria importanza del gruppo futurista italiano, il quale ha stimolato in me la necessità di esplorare il mondo futurista che in quegli anni, in modo particolare nella mia terra, era un’esplosione di creatività innovativa nell’ambito dell’arte e del quale ho colto le vibrazioni e le dissolvenze della luce colorata.

Mostra personale
nella Pinacoteca
Comunale di Macerata,
settembre 1976.

Anna Branciari
con Ivo Pannaggi

Con la mostra della affermata pittrice maceratese Anna Branciari, che attualmente vive ed opera a Susa, i dirigenti della Pinacoteca Comunale di Macerata hanno inteso aprire la nuova stagione artistica, ordinando nelle sale della galleria una interessante rassegna comprendente opere di grafica (disegni e incisioni) e di pittura.

Lo stile della Branciari, basato essenzialmente sulla grafia elegante e strutturale, con la quale costruisce scomponendo e componendo le sue complesse opere, si arricchisce, nei quadri più impegnati, di una calda e intonata cromia ritmata sempre mediante il soppesato bilanciarsi di zone chiare e scure, legate dal fitto incrociarsi di linee dinamiche generatrici di immagini e di spazi. A prima vista si direbbe che l’artista abbia ricevuto lo stimolo competitivo dalla pittura futurista; ma da un attento esame le sue opere ci sembrano più libere e meno costrette. Infatti notiamo in esse una leggerezza e una spigliatezza più fresca e festosa, anche nei soggetti più impegnati tematicamente; caratteristiche queste troppo discordanti con il futurismo, amante sì del dinamismo ma anche della forza e del plasticismo.

Virgì Bonifazi

Quotidiano “Il Resto del Carlino”, settembre 1976

Cavalieri
olio su tela, cm 60×70, 1977

L’inclinazione al compendio e ad una piena espressività è nella natura di Anna Branciari. Ed essa appare subito, nonostante la giovane età, come un personaggio che ha raggiunto la pienezza e l’unità di forma. Parte da quest’ultima accentuandola con le linee spatolate, con una frequenza che è il motivo dominante del dipinto. Insieme al colore che si staglia chiaro e incisivo. Come i suoi pensieri. Colore e forma che sono una scoperta sul piano operativo. Sono, essi, il pretesto per una profonda cristallizzazione, per creare motivi musicali con una freschezza piena di significati e di felicità.

Il suo divisionismo è percezione e impressione, è pensare e costruire. Opera violentemente sulla persona umana, sugli strumenti musicali, sui vasi con coraggiosi impeti lirici di rossi e di gialli: tutto un effetto di luce e di linee e di colori, di oggetti e di situazioni che potrebbero anche essere interpretati come il simbolo della sua coscienza, della sua emotività e vitalità.

Antonio Oberti
Pubblicazione “Informazione e Arte”, aprile 1977

Fiori
olio su tela, cm 40×30, 1976

La giovane pittrice ha delle solide basi grafiche e sul ritmo di queste costruisce i suoi soggetti, dalle figure ai paesaggi con particolare predilezione per gli strumenti musicali ai grattacieli, come dire dall’armonia alla potenza. In effetti l’operare di Anna Branciari, sul filo di un personale post-cubismo, è orientato alla calibratura tra la poetica e la forza; le volute geometriche posseggono un’arcaica concentrazione che si disperde in aereo modernismo.

Vittorio Bottino
Settimanale “Corriere di Torino e della Provincia”, 1978
Personale di Anna Branciari nella Galleria “La Clessidra”, Torino

Nelle opere di Anna Branciari, possiamo cogliere quanto di sostanziale separa e caratterizza la scelta del linearismo, rispetto all’impressionistico colore. Il disegno, in pittura s’occupa per definizione della struttura, ossia dell’organico comporsi insieme delle parti, individuate attraverso l’atteggiamento analitico dell’artista.

Conforme a ciò, Anna Branciari, sin dal suo primo sperimentare pittorico, investe anzitutto dello studio, della stesura grafica, della trama sezionatrice dei temi reali o fantastici, ogni sua meditata tela. Per lei, il colore (non elemento pleonastico, tuttavia in funzione aggettivale, enfatizzante quella struttura basilare di cui è contenuto), è plastica sintesi della forma che il segno insegue..

Paolo Emilio Vannetti
Settimanale “Il Nostro Tempo”, 1977
Mostra Personale presso la Galleria Il Torchio di Torino

Composizione
olio su tela, cm 40×50, 1977

In Anna Branciari l’espressione pittorica si configura con la realtà contingente vista e colta con un colore vivificato della luce, con una linea che fissa le immagini e le colloca in un tempo indefinito.

Le composizioni floreali, le figure, le nature morte armoniose offrono la vera essenza del suo linguaggio.

Angelo Mistrangelo
Mensile “Torino Play Time”,
ottobre 1978

Mostra Personale
presso la Galleria Il Torchio di Torino, 1977.
La pittrice con Gianluigi Marianini

L’incontro con il mondo artistico torinese amplia la mia esperienza artistica, che si coniuga con il naturale arricchimento affettivo della maternità…

Vorremmo soffermarci su questa “maternità”, così stilizzata, che abbiamo di fronte: sullo sfondo un grande sole azzurro ed un fiore, dai petali enormi, grande quanto il sole, a simboleggiare l’intensità dell’amore materno; una grande caraffa, anch’essa stilizzata, ed un gatto con la coda che sembra una grande virgola stanno a significare l’intimità della casa nella quale la donna è regina: il bambino è un piccolo fiore bianco e giallo che la mamma tiene armoniosamente tra le sue braccia. Un coriandolo scuro, in lontananza, potrebbe rappresentare le inevitabili preoccupazioni che accompagnano la vita di una madre.

Aldo Spinardi
Quotidiano “La Gazzetta del Popolo”, settembre 1978

Pioggia e vento
olio su tela, cm 30×40, 1979

Con l’aspirazione di manifestare i sentimenti interiori e di mantenere i contatti con la vita, la giovane artista si palesa con un linguaggio in bilico tra il realismo e l’informale, senza perdere il filo conduttore della comunicatività nei riguardi di chi osserva.

Il linguaggio si attanaglia a quanto la pittrice vuol esprimere. Delle cose viste o immaginate traduce l’atmosfera vaga e sinuosa che si addensa e si disperde riflettendo uno stato d’animo, come un vecchio specchio che trasmette le sensazioni e le emozioni dalle lontane regioni del pensiero e della memoria.

Adalberto Rossi
Quotidiano Gazzetta del Popolo”, 1979

Per Anna Branciari la natura, mare o monti, è musica: la farfalla che attraversa silenziosa il cielo arpeggia con le sue ali e gli uccelli improvvisano un allegro concerto ed il fogliame degli alberi, sollecitato ora dalla brezza leggera ora dal vento impetuoso, canta anch’esso la sua canzone. E non parliamo della pioggia, dei lampi, dei tuoni. Queste onde sonore si trasmettono nell’aria come cerchi concentrici, ora più piccoli, ora più grandi, non seguono mai linee rette: e questa natura, fonte inesauribile di musica, Anna Branciari interpreta con la sua fantasia che la cultura, sempre presente, tuttavia non attenua nella sua freschezza, nella sua spontaneità, nella sua originalità, parlandoci con un linguaggio che si alimenta di onde sonore, di spazi concavi e convessi. Ed è naturale che il sole, la luna, la maggior parte dei fiori siano a forma di cerchio, di corona, di arco.

Aldo Spinardi
Quotidiano “La Gazzetta del Popolo”, settembre 1978

Assolo di violoncello
olio su tela, cm 40×50, 1980

Sinfonia di movimenti
olio su tavola, cm 30×40, 1985

Sulle ali del sogno
tempera su cartoncino, cm 35×45, 1990

Il procedere, attraverso soluzioni grafiche diverse, mi suggerisce sviluppi e passaggi successivi che mi inducono sempre più ad una sintesi grafica e cromatica, per offrire con immediatezza la mia emozione creativa.
Tutto questo lavoro determina una maggiore consapevolezza del mio pensiero da imprimere sulle tele.

Luna clown
olio su tela, cm 50×70, 1995

Ogni opera della Branciari appare come una vibrante trama dove la calda ed intonata suggestione cromatica si disposa mirabilmente alla sempre equilibrata e strutturale stesura grafica, alla geometria sezionatrice dei tempi prescelti, reali o fantastici. Al di sopra ed al di fuori di ogni troppo rigido legame di canoni futuristici troviamo sempre nelle opere della pittrice una leggerezza ed una spigliatezza fresca e festosa anche in quei soggetti che potrebbero apparire come tematicamente più impegnati; colore e ricerca creative si evidenziano sempre come armoniosi rapporti, in una squisita sicurezza e limpidezza di dettato e con effetti visivi di forte suggestione e senza mai perdere il filo conduttore della comunicatività nei riguardi di chi osserva.

Sogni e visioni fantastiche, tristezza e caducità delle cose e trionfo della bellezza, delicatissimi effetti ed amorosi messaggi sono i sentimenti che emergono sempre dall’opera della Branciari, in una lucentezza di tratti e di colori sempre singolari.

Un’artista genuina, dalle grandi capacità e dalle grandi possibilità, le cui luminose realizzazioni dobbiamo tutti ammirare.

Guido Ferrero
Settimanale “La Valsusa”, 1985

Violoncelli
tempera su cartoncino, cm 40×60, 1988

La dimensione del “sogno” è accentuata in alcuni acquarelli nei quali l’immagine pare affiorare dal bianco foglio. Negli oli, la presenza delle spirali (che ricordano in qualche modo il “futurismo” presente nelle opere della Branciari degli anni ’70), le campiture piane, che talora ricordano il collage, danno la sensazione nella trasfigurazione fantastica e serenante.

Si deve intendere dunque l’invito offerto dalla Regione Piemonte in questa iniziativa, come invito ad un momento di serenità, di ritorno alle radici “psicologiche”, di ritorno ai sogni della fanciullezza; ma sono “ritorni” accompagnati da una pur sfumata persistenza dell’oggi, e dal sommesso sentimento dell’esistere come quotidiano, concreto, umile impegno che ci radica alla realtà in cui viviamo…

Francesco De Caria
Mostra Personale, “Palazzo della Regione Piemonte”,
Torino 1990

Armonia dell’apparenza
tempera su cartoncino, cm 25×45, 1998

La necessità di riferimenti legati ad una realtà oggettiva diventa progressivamente essenziale, riscontrabile nel passaggio di numerose realizzazioni. Gli elementi raffigurati, che mantengono una costante forza cromatica, si adagiano su una base prima rigida e geometrica poi sinuosa ed avvolgente. I simboli evocativi permettono infinite letture personali e trasmettono un mondo di pensieri ed emozioni attraverso il variare delle forme e dei colori.

L’elmo
acrilico su cartoncino, cm 35×45, 2002

Osservando
olio su tela, cm 100×100, 2004

L’alternativa
olio su tela, cm 50×70, 2005

“Per lei il colore è plastica sintesi della forma che il segno insegue. Tutto lo sviluppo artistico della pittrice è lineare…”

E questa sua capacità grafica suggerisce la forma di una Crocifissione o di una chitarra, di una armoniosa figura femminile o un volto di donna ieratico, immerso in lontani pensieri che riportano alla mente i ricordi.

Angelo Mistrangelo
Cataloghi d’Arte Contemporanea (1998)
Artisti e Opere – Ed. Giorgio Mondadori

Nel corso di una mostra, Anna in compagnia del marito Giovanni Quaglino e dell’artista Gianni Chiostri con la moglie Giusi

Sguardi
acrilico su cartoncino, cm 30×40, 2003

Locomotiva
olio su tela, cm 40×50, 2003

Momento espositivo:l’artista con il pittore Gabriel Girardi